Qual è il senso della vita?
E perchè proprio questo?
E perchè un computer così gigantesco quando il nostro pc di casa potrebbe darci altre infinite risposte?
Non ci credete? Allora seguitemi.

Costruire robot

Una macchina può imparare.
Può imparare a cercare, trovare, memorizzare sequenze e può addirittura predire come tutte queste tre cose assieme possono essere integrate attraverso una serie di sequenze matematiche che, a metà tra statistica e compilazione, si trasformeranno in un prodotto finito.

si, anche immagini.

Più di quanto non colpisca la vista

Nessuna di queste tre foto esiste realmente, ne’ è il prodotto di un disegno. Non di un processo di un disegno classico, almeno.
Semplicemente esiste come unione di tratti, colori, sfumature, informazioni e processi matematici raccolti da quella che viene più comunemente chiamata: I.A. (Intelligenza Artificiale) e che già conosciamo abbondantemente da più di vent’anni a questa parte grazie a programmi di disegno digitale come Photoshop, Corel Draw etc.

Ma come funziona esattamente?

It just works!

Meme a parte l’Intelligenza Artificiale non è altro che il programma, la macchina o il robot che sfrutta dei meccanismi caratterizzanti dell’intelligenza umana (quali calcolo, ricordo, abitudini, successioni e via dicendo) per produrre qualcosa, ma ovviamente non è organica.

Uno degli elementi fondamentali delle Intelligenze Artificiali sono le reti neurali, ovvero delle reti che imitano il tessuto neurale biologico in cui sono intessuti nodi di informazioni diffuse nel mondo digitale (Internet è di per sè una mastodontica rete neurale), in poche parole un’autostrada fatta di informazioni dove l’intelligenza artificiale pesca il necessario per poter portare a termine il comando impartito.

Una volta iniziato il processo, l’I.A. cercherà i risultati migliori per comporre il prodotto attraverso dei criteri adattivi, ovvero creando texture, sfumature, contorni e sagome che meglio rispondono ai prompt inseriti.
Poi un po’di postproduzione automatica in base all’imitazione di preset online, un pizzico di nitidezza, qualche strato di patina fotografica… Et Voilà

Il gioco è fatto.

Quindi… Siamo spacciati!

Presto scappiamo, distruggiamo i nostri pc, frantumiamo i nostri monitor, sciogliamo le nostre copie di Photoshop CS3!

Niente di tutto questo, ovviamente!
Come ogni contenuto digitale, quelli prodotti dalle IA hanno i propri pro e propri contro (replicabilità/verosimiglianza; velocità/limitatezza; atmosfera/imprecisione) e soprattutto sono adatti solo ad pochi specifici tipi di recipienti (social network, portfolio, divertissement) considerato che ancora nessuna (per limiti di programmazione o comunque per evitare problemi di ordine etico) riesce ad imitare alla perfezione la realtà.

Anche se un po’ capisco l’allarmismo di alcuni colleghi illustratori riguardo questa risalita a galla (che è subito scemata, da un mese a questa parte) delle I.A. non posso fare a meno di pensare a quante applicazioni questo tipo di tecnologia si stanno integrando con la fotografia dalla più semplice mascheratura automatica dei capelli ricci, fino alla sostituzione di interi cieli calcolati in base alle reti neurali di Adobe, Google etc.

Insomma allarme Skynet rientrato, pare…
Per ora.