A settembre ritorna tutto: il sonno, il lavoro, la stanchezza…
E le tempeste

Sono stati tre mesi difficili e pensare che questa che si appresta a finire è comunque l’estate più fresca delle prossime a venire, fa venire voglia di trasferirsi dentro una tempesta.

Certo, non siamo nel Kansas di Baum ma ci stiamo avvicinando e, per fortuna, una delle mia più grandi passioni fotografica è quella di fotografare tempeste di fulmini.

Una leva, un punto d’appoggio e…

…Vi fermerò il cielo. Ma come?

Spesso allievi, curiosi ed amici mi chiedono consigli su come riuscire a fotografare quella frazione di secondo in cui si manifesta un fulmine e vi anticipo una cosa importantissima: bisogna avere un treppiede, un punto di appoggio stabile e tanta, tantissima pazienza.

Ovviamente bisogna considerare che durante una tempesta di fulmini o un temporale particolarmente galvanico di sicuro uno degli elementi di disturbo è il vento che, per quello che dobbiamo fare, potrebbe darci dei risultati granulosi per via del micromosso.

Per questa ragione, dopo aver identificato la direzione del fronte temporalesco, orientate il vostro treppiedi e assicuratevi che la fotocamera (o lo smartphone) siano stabili e, se ci riuscite, provate a slacciare la tracolla che potrebbe fare da bandieruola e fare vibrare la macchina.

Una volta che il vostro dispositivo è ben saldo è il momento delle impostazioni e tutte quelle cose che ci sono nel menu e che spesso non capite come si interpretano.

Ed eccomi pronto a spiegarvi tutto!

Rallentare il tempo? Certo che si può!

Uno degli elementi più imprevedibili di un temporale è la frequenza di caduta dei fulmini.

“ma allora come fai a prevedere quando cadra?”

È molto semplice: non lo faccio. Ma provo a rallentare il tempo relativo attraverso una lunga esposizione, ovvero scattando in una modalità in cui l’otturatore (aprendosi e chiudendosi più lentamente) cattura molta più luce di quanto l’occhio umano tende a compensare.

Generalmente si parla di lunga esposizione quando “obblighiamo” il nostro otturatore a restare aperto per più di mezzo secondo, intrappolando così tutta la luce che passa davanti all’obiettivo (e quindi al sensore) in quel lasso di tempo.

Il risultato è che tutto quello che si muove sulla scena lascerà delle scie del tragitto compiuto e, sorpresa, lo faranno anche i nostri fulmini!

Ora non ci resta che avere pazienza e…
*CLICK*

Non vi capiterà subito di avere un risultato del genere e, anzi, spesso perderete la pazienza con i vari tentativi che potrebbero risultarvi sfocati o, in qualche caso, troppo luminosi.

Voi però non scoraggiatevi e provate a sistemare ancora meglio la vostra fotocamera ed il vostro obiettivo seguendo queste 3 piccoli attenzioni:

  • Spostare il controllo della messa a fuoco da automatico a manuale (questo aiuta il dispositivo ad eliminare il focus hunting ovvero quel fastidioso sfarfallio del fuoco che non riesce ad aggianciare un punto fisso)
  • Impostare il fuoco manuale su infinito e aiutatevi con il Live View per riscontrare la nitidezza (in modo che il punto più lontano visibile sia sempre a fuoco, ma ATTENZIONE non spingetelo fino alla fine e fermatevi poco prima del punto più lontano, poichè alcune lenti non sono del tutto precise)
  • Chiudere maggiormente il diaframma o abbassare gli ISO in rapporto alla velocità di scatto (in modo da modulare con precisione la luminosità della foto in fase di scatto)

Una volta assicurati questi tre punti non dovreste avere particolari problemi, siete prontə anche voi ad esclamare…

Potere di Giove…

AZIONE!

no, ma quasi…

Per completare l’opera manca l’ultimo tocco, quello della postproduzione di cui vi darò giusto qualche suggerimento, sia per lasciarvi tutta la libertà creativa sul vostro scatto, sia perchè ne parleremo più in la in un articolo dedicato.

Per rendere la foto più consistente, considerato il buio grigiastro e nuvoloso, vi consiglio quindi di:

  • provare a schiarire delicatamente le ombre e aumentare di poco sia contrasto che grana, in modo da far risaltare la texture e le scie delle nuvole
  • abbassare consistentemente le alte luci e i bianchi, in modo da rendere più definito il contorno del fulmine
  • raffreddare lievemente la temperatura colore e spostare la tinta verso il viola, per compensare il violetto originale del cielo notturno
  • saturare appena il tutto senza dover ricorrere ad artefatti hdr che appiattirebbero i colori .

Che dite?
Vi piace?
È come ve la immaginavate prima di scattare?

Che domande, certo che si!